Il MIDI francese
Campi di lavanda, piantagioni di girasoli, paesaggi mozzafiato,
antiche città e vecchi manieri. Questa è una delle possibili
rappresentazioni del sud della Francia. Ed è propria a partire da
questa rappresentazione parziale che ho organizzato il mio viaggio nel
MIDI. Grazie alla signorina TomTom ho scelto di evitare le strade a
grande traffico e di privilegiare le piccole stradine che attraversano
la campagna. La prima tappa è in direzione della Provenza. Di campi di
lavanda o di tutte quelle altre erbe aromatiche che in passato hanno
dato rinomanza alla regione se ne trovano pochi. Decido di fare tappa
nel piccolo villaggio di Simiane-la-Rotonde. Si tratta di un piccolo
paese, arroccato su una collinetta sormontata della torre medievale,
una delle più antiche di Provenza. Dal cortile della torre si può
ammirare il paesaggio sottostante, un vallone esteso a perdita d'occhio
disseminato qua e là di campi di lavanda. Dell'antico castello a parte
la torre non rimane molto, ed il poco che resta è utilizzato come bar e
come sala dove si svolge la presentazione dell'uso degli oli essenziali
e dei profumi nel tentativo di rifilarti qualche flaconcino di
prodotto, che oltretutto arriverà da chissà dove. La parte della torre
più imponente è la grande sala con cupola che in alto ha una piccola
apertura bordata da una corona.
Lasciato Simiane si fa rotta verso Avignon. La città vecchia è
interamente circondata dalle mura. Si tratta di una bella cittadina
inserita nella città moderna. La cinta muraria, oggi non protegge più
da possibili invasori ma dalla speculazione edilizia. In questi giorni
c'è il festival e la città è letteralmente tappezzata dai volantini che
invitano ai vari spettacoli. Alcuni artisti percorrono le vie cercando
di attirare l'attenzione e di convincere i passanti ad assistere ai
loro spettacoli nei teatri. Se la città di Avignon è quello che è lo
deve al fatto che nel medio evo è stata per più di un secolo
(dall'inizio del 1300 alla prima metà del 1400) la residenza papale. Fu
in quegli anni che furono costruiti il palazzo e l'attuale cinta
muraria. Il palazzo dei papi, costruito e ampliato in periodi diversi,
fu contemporaneamente residenza papale, luogo di culto, fortezza e sede
amministrativa. Si tratta di una costruzione imponente, costituita da
vari corpi di fabbrica raccolti intorno a due cortili. Gli ambienti
interni sono molto grandi e testimoniano dell'importanza e del fasto
della corte papale. Non può mancare una visita al moncone del famoso
ponte. Il caldo è insopportabile e nel tentativo di trovare un pò di
refrigerio decido di fare la gita in barca sul fiume. A parte il fresco
relativo provocato dal movimento della barca non consiglierei a nessuno
di spendere parte del budget vacanziero per questa gita che ho trovato
per niente interessante, addirittura noiosa.
Lasciata Avignon ci si dirige verso il famoso ponte del Gard. Si tratta di un
maestoso ponte acquedotto costruito dai romani. Il ponte si trova oggi
all'interno di una vasta zona archeologica. La passeggiata in riva al
fiume per raggiungere il ponte è particolarmente piacevole anche perché
è mattina e finalmente si sente un po di refrigerio. Il ponte è
maestoso, inserito in uno scenario naturale che lo rende ancora più
imponente. Vale veramente la pena di dedicare parte delle vacanze alla
sua visita.
La prossima tappa è la cittadella di Carcassonne che è conosciuta
per essere stata al centro della crociata contro i Catari. In seguito,
passata sotto il controllo del re di Francia, la cittadella è stata
interamente fortificata con la cinta muraria disseminata di torri.
Praticamente abbandonata la cittadella cadde in rovina al punto tale
che nel 19° secolo si era deciso di demolirla. Fu a quel punto che
intervenne Viollet-le-Duc che restaurò la cittadella. In realtà più che
di un restauro si tratto di una vera e propria ricostruzione.
L'interpretazione di Viollet-le-Duc dell'architettura medievale era
certamente influenzata dalla cultura romantica e a Carcassonne questo è
particolarmente visibile. Così ritoccati la cinta muraria e le torri
non incutono più terrore, come certamente doveva essere al momento
della loro edificazione, ma al contrario sembrano invitare ad
inoltrarsi in un luogo da sogno, fiabesco. Arrivo al mattino presto
davanti alla porta di ingresso alla cittadella e scopro piacevolmente
che vi sono dei grandi parcheggi che possono accogliere tutte auto dei
visitatori. Entro nella cittadella, è ancora presto e i negozi
sono ancora chiusi. Percorrere le stradine senza l'affollamento dei
turisti sarebbe molto piacevole se non fosse per l'immondizia:
mozziconi di sigarette, lattine, cartacce sono disseminati ovunque.
Finalmente i negozi aprono e i commercianti cominciano stancamente a
pulire il pezzetto di strada davanti ai loro negozietti; con i negozi
aperti la cittadella sembra ancora più falsa: si vedono solo
ristoranti, bar e negozi di cianfrusaglie varie che qualcuno si ostina
a chiamare oggetti ricordo o regalo. Una veloce visita al castello
dalle cui sommità si può osservare il panorama circostante mi permette
di riflettere sul fatto che i monumenti storici più visitati sono
quelli più fasulli; e non parlo di quella alterazione che è frutto
delle trasformazioni dovute all'uso continuativo delle costruzioni, ma
intendo quei veri e propri programmi di ricostruzione che si sono
spesso avviati nel periodo tra la fine del diciannovesimo e l'inizio
del ventesimo secolo.
Le vacanze nel sud della Francia sanno volgendo al termine. Sulla
strada del ritorno un'ultima tappa a Crest per visitare la torre che
con i suoi 52 metri è il donjon più alto di Francia.
Alcune fotografie
Qui puoi trovare alcune fotografie del viaggio. Per vedere tutte le
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