Gole del Tarn e Larzac
Il fiume Tarn nel suo percorso attraverso gli altopiani della
Francia meridionale ha scavato, nel corso dei millenni, delle profonde
gole nella pietra calcarea che, con le pareti che in alcuni punti
raggiungono i 500 metri di altezza, formano uno dei più impressionanti
canyon d'Europa. Lungo queste gole, lunghe circa 50 chilometri è
possibile praticare attività all'aria aperta tra cui, ovviamente, la
discesa del fiume in canoa.
Raggiungo le gole del Tarn nel primo pomeriggio. Il percorso
stradale, stretto tra la parete rocciosa ed il fiume, è molto
particolare e piacevole da percorrere. Mi fermo a Sainte-Enimie per la
visita della cittadina. Si tratta di un borgo medioevale percorso da
strette viuzze intramezzate da graziose piazzette. Nel medioevo esisteva
a Sainte-Enimie un importante monastero di cui rimane parte della
imponente costruzione.
Terminata la piacevole visita di Sainte-Enimie, riprendo la strada
per raggiungere la mia destinazione nelle gole del Tarn: La Malène.
Questa graziosa cittadina vive prevalentemente di turismo poiché si
trova al centro del tratto di fiume percorribile con le canoe ed
infatti la mia intenzione era di fermarmi due giorni per praticare
questa attività ludico-sportiva. Purtroppo in questi giorni si
svolge una bruttissima e rumorosissima competizione automobilistica ed
il campeggio è completo. Trovare un parcheggio diventa particolarmente
difficoltoso. Riesco comunque, non senza difficoltà, a parcheggiare il
camper e prenoto per il giorno seguente il percorso tra Sainte-Enimie e
La Malène.
Il giorno seguente ci portano a Sainte-Enimie
con il pulmino e da qui inizia la discesa del fiume. Il percorso è moto
piacevole e di tanto in tanto faccio una fermata per fare qualche
fotografia. Si oltrepassa Saint-Chely-du-Tarn, piccolo villaggio di
particolare bellezza, nascosto in un'ansa della gola del Tarn. L'acqua
proveniente da due sorgenti attraversa il villaggio e cadendo nel Tarn
forma delle piccole cascate che danno al villaggio un fascino
ineguagliabile. Non può mancare una tappa ad Hauterives, piccolo
villaggio costruito sulla sponda del fiume e tuttora non raggiungibile
dalla strada e, anche per questo, in parte abbandonato.
Si arriva a La Malène nel pomeriggio. Alla sera, sulla piccola
piazza, c'è la festa del paese. Si cena a base di paella e torta di
pere. Dopo cena, appena diventa sufficientemente buio, c'è uno
splendido spettacolo di luci, suoni e fuochi d'artificio.
Il giorno seguente si scende con la canoa nel tratto che va da La
Malène a Pas de Souci. Questo è il tratto più interessante da un punto
di vista paesaggistico perché il fiume serpeggia tra le alte pareti di
calcare per parecchi chilometri. Alla sera il paesino di La Malène,
dopo la fine della gara automobilistica e la partenza di molte macchine
da corsa, ritrova la sua tranquillità e la sua bellezza.
Il Giorno seguente
riprendo il viaggio lungo le gole del Tarn in direzione di Millau.
Arrivato a Millau salgo sull'altopiano per raggiungere il luogo
panoramico dal quale si può osservare il famoso viadotto. La
costruzione del viadotto, avvenuta nei primi anni del XXI secolo, fu
un'impresa particolarmente audace e per la sua costruzione si dovettero
adottare soluzioni ingegneristiche innovative. Il viadotto ha una
lunghezza di quasi 2 chilometri e mezzo e con i suoi piloni che
raggiungono quasi 350 metri di altezza è il viadotto veicolare più alto
del mondo.
Sull'altopiano di Sauveterre si trova un altro punto panoramico
particolarmente interessante: il "point sublime", dal quale si può
osservare un bel panorama delle gole del Tarn. Terminate le soste
panoramiche ridiscendo a Millau e, in seguito, risalgo sull'altro lato
della vallata, cioè sull'altopiano del Larzac, e mi fermo per la notte
nel paesino di La Cavalerie.
Il Larzac è un vasto altopiano calcareo delimitato da profonde
gole. Nel XII secolo i Templari si impossessarono
del Larzac a seguito di varie donazioni di territori per il loro ordine e i
cui ricavi venivano destinati al mantenimento dei cavalieri in Terra
Santa e per garantire la sicurezza degli abitanti della
zona, furono create alcune commende.
Nel XIV secolo i possedimenti dei Templari, a seguito dello
scioglimento dell'ordine, vennero attribuiti all'ordine degli Ospedalieri che
fortificarono ulteriormente le città.
Le cittadine rimasero sotto il controllo degli ospedalieri per
quasi cinque secoli, presentano ancora la struttura urbana medievale e
meritano di essere visitati.
La prima cittadina del circuito "Larzac Templier et Hospitalier"
che ho visitato è La Cavalerie. Intorno al centro storico è ancora
presente la cinta muraria, il cui cammino di ronda è quasi interamente
percorribile. Agli angoli della cinta ci sono le torri e l'ingresso
alla città è protetto da un imponente torrione. All'interno sono
rimaste le piccole vie e le belle piazzette nelle quali è molto
piacevole passeggiare. Anche la chiesa del XVIII secolo presenta
una architettura particolare.
Poco distante da La Cavalerie c'è il luogo in cui originò il
dominio templare sulla regione: Sainte-Eulalie-de-Cernon. Qui oltre al
piccolo borgo medievale e le relative fortificazioni è possibile
visitare gli antichi edifici della commenda (intesa come monastero di
monaci guerrieri). La commenda, sede dei Templari
e degli Ospedalieri, testimonia 600
anni di presenza degli ordini religiosi e militari in occidente.
Il complesso si trova sulla piazza del paese abbellita dalla
presenza di una grande fontana ed è composto dalla chiesa romanica e
il locali del convento tra i quali la grande sala
principale, i dormitori e parte degli appartamenti del comandante. La
chiesa nel XVII secolo fu invertita per permettere l'accesso dalla
piazza e l'attuale ingresso si trova
nell'abside originale.
L'ultimo villaggio fortificato che ho visitato è La Couvertoirade
che è la più celebre e la più frequentata di tutte le città templari
anche grazie al suo ottimo stato di conservazione. Dopo essere entrato
all'interno della cinta muraria sono andato a visitare il castello. È
stata una pessima idea. Dopo aver pagato il biglietto si entra nel
piccolo cortile dove una signora ci ha, per così dire, raccontato la
storia del castello. A parte la poca credibilità di alcuni elementi, la
visita è consistita solamente in questo. È stato possibile vedere
soltanto uno stanzone a piano terra ed anche le parti esterne sono
sottratte alla visita. Decisamente da evitare. Dopo la deludente visita
del castello sono salito fino alla cima della collinetta dove c'è il
mulino a vento e da dove si ha uno bella veduta della cittadina. La
visita della città è molto piacevole.
Poco distante c'è un'altra curiosità geologica: il "cirque de
Navacelles". Per raggiungerlo si percorre una strada che attraversa un
territorio dal paesaggio molto particolare. Passo la notte nel piazzale
del centro visitatori che si trova proprio sull'orlo del dirupo alto
circa 300 metri dal quale si può osservare lo spazio sottostante che fu
scavato da un meandro del fiume. Decido comunque di non scendere a
Navacelles perché la strada è stretta, ripida e ricavata sullo
strapiombo; decisamente poco adatta ai camper.
Il giorno seguente lascio l'altopiano del Larzac attraverso il
viadotto di Millau. Il viadotto impressiona per la sua architettura
anche quando lo si percorre con i veicoli e ne approfitto per farmi
qualche fotografia con lo sfondo degli imponenti piloni.
Lungo il percorso verso casa mi fermo a visitare
Sévérac-le-Château. La cittadina ha un piacevole borgo medievale che si
estende sul fianco della collina sormontata dalle rovine del castello
in stile barocco. Anticamente il borgo era interamente protetto da una
cinta muraria e da porte fortificate, di cui due sono ancora presenti.
All'interno vi sono un gran numero di palazzi con torre-scala, a
graticcio e a sbalzo. Tra gli edifici degni di nota c'è la "Maison des
Consuls", ossia la sede del governo cittadino dal XV al XVIII secolo,
che è visitabile. Interessante anche l'architettura della chiesa
situata all'interno del borgo e che risale al XVII secolo. In cima alla
collina ci sono le rovine del castello. Qui esisteva un castello già
nel X secolo, ma nel XVII secolo venne costruito un imponente palazzo
signorile in stile barocco. Il castello, dopo la rivoluzione francese,
fu utilizzato come cava di materiali da costruzione e cadde in rovina.
Negli ultimi tempi sono stati intrapresi dei lavori di restauro per
ridargli, almeno in parte, il suo antico splendore.
Passo la notte sulle rive del piccolo lago artificiale di
Le Buisson. La mattinata seguente trascorre passeggiando sulle rive del
lago e nel bosco adiacente. Dopo pranzo vado a vedere i lupi del
Gévaudan. Si tratta di un esteso parco nel quale sono presenti un
centinaio di lupi provenienti da varie parti del mondo. Purtroppo fa
molto caldo e i lupi se ne stanno nascosti all'ombra della
boscaglia per cui si vedono solo quelli che si avvicinano per mangiare
le crocchette che vengono lanciate dal personale del parco durante la
visita. Le vacanze sono terminate. Passo l'ultima notte sotto lo
sperone basaltico sul quale si erge l'antico centro di Saint-Flour e ne
approfitto per fare una passeggiata nel centro storico che, tuttavia,
non mi pare particolarmente interessante.
Alcune fotografie
Qui puoi trovare alcune fotografie del viaggio. Per vedere tutte le
fotografie utilizza l'apposito collegamento nel menu centrale.