I quattro colori del Périgord
Il Périgord è una regione storica della Francia che, sebbene
identificabile con il dipartimento della Dordogna, non trova
corrispondenza nelle attuali suddivisioni amministrative. Negli ultimi
decenni del secolo scorso, a seguito del grande successo turistico
della denominazione Périgord Nero, venne deciso di allargare la
denominazione Périgord ai territori limitrofi suddividendoli in 4 zone
identificate con diversi colori: Périgord Nero, per la presenza di estese foreste di querce dal
fogliame scuro; Périgord Verde, per la presenza di una vegetazione lussureggiante
dovuta alla presenza di numerosi corsi d'acqua; Périgord Bianco, colore della locale pietra calcarea
utilizzata per la scultura
e le costruzioni; Périgord Porpora, identificato con il colore del vino o della
foglia della vite in autunno;
La strada dall'Italia al Périgord è lunga e quindi ho pianificato
una tappa intermedia, alle grotte di Lacave. Le grotte
furono scoperte per caso all'inizio del novecento durante gli scavi
finalizzati a raggiungere un'altra grotta poi mai raggiunta. Le grotte
sono aperte al pubblico dal 1906 e dagli anni sessanta vi si accede con
un trenino elettrico. All'interno un percorso attrezzato, di oltre un
chilometro e mezzo, attraversa numerose stanze con laghi e concrezioni.
Una delle stanze, particolarmente estesa, è debolmente illuminata dalla
luce ultravioletta per far risaltare la fluorescenza naturale di alcune
concrezioni e delle goccioline d'acqua che colano dall'alto.
Il giorno seguente, costeggiando la Dordogna, arrivo nel Périgord
Nero. Si percorre una strada che offre bei paesaggi e che attraversa paesi
caratteristici. La prima attrazione del Périgord che mi fermo a
visitare sono i Giardini di Marqueyssac. Creati nel XIX secolo su uno
sperone roccioso, i giardini pensili di Marqueyssac, offrono un
paesaggio incantevole con viali e sentieri fiancheggiati da bossi
centenari che si snodano fino al belvedere. Dalla passerella che domina
il fiume da 130 metri di altezza, si può ammirare lo straordinario
spettacolo della valle della Dordogna con i suoi castelli e villaggi.
Dopo la visita dei giardini mi dirigo verso sud per la visita di
due "Bastides". La prima cittadina che mi fermo a visitare è Belvès; il
centro storico, costruito su uno sperone roccioso, si sviluppa intorno
alla piazza nella quale è presente un antico mercato coperto; sotto la
tettoia è in corso un mercatino nel quale si vende ogni tipo di
cianfrusaglia; l'ambientazione della piazza ne risente, ma è
sufficiente allontanarsi un po' per ritrovare una totale tranquillità.
Proseguo il mio viaggio verso il Périgord Porpora. Verso sera
raggiungo la Bastide di Monpazier, che seduce il visitatore per il suo
carattere eccezionale; è rimasta quasi intatta dalla sua fondazione nel
XIII secolo; con una perfetta disposizione ortogonale è considerata una
"bastide" modello. La pianta rettangolare si sviluppa attorno a Place des Cornières,
circondata da case con i portici ad arcate gotiche costruite tra il
XIII e il XVII secolo; nella piazza è ancora presente il vecchio mercato
coperto. La cittadina conserva ancora la cinta muraria e alcune delle
porte fortificate.
La mattinata seguente è dedicata alla visita del castello di Biron. La struttura architettonica del castello
è il risultato
dell'assemblaggio, particolarmente ben riuscito, di vari corpi di
fabbrica edificati tra il XII ed il XVII secolo;
Nel pomeriggio mi dirigo verso la regione vitivinicola di Bergerac
e più precisamente a Monbasillac; Monbazillac si trova sulle colline
che dominano la valle della Dordogna; la combinazione della particolare
conformazione del territorio e delle condizioni climatiche favorisce lo
sviluppo del "marciume nobile", prodotto da un fungo (botrytis
cinerea), che è alla base della produzione di un rinomato vino
liquoroso. La sede della cooperativa dei produttori di vino si
trova nel castello edificato nel XVI secolo. Il castello è stato
trasformato in museo ed è visitabile; alla fine del percorso di visita
è anche possibile fare un assaggio del vino liquoroso di Monbasillac,
che ho particolarmente apprezzato.
Mi fermo per la notte a Périgueux, città più importante del
Périgord Bianco, che visito il giorno seguente. Périgueux, nata nel
XIII secolo dall'unione di due città, offre due poli di
attrazione al visitatore: il primo è il quartiere di Saint-Front, un ex
quartiere di artigiani e commercianti, ricco di facciate
rinascimentali, di cortili e di case nobili. Qui si trova anche la
grande cattedrale di Saint-Front, in stile romano-bizantino, con pianta
a croce greca e le sue cinque cupole. Costruita nel XII secolo, alla
fine del XIX secolo era in pessime condizioni e fu oggetto di
importanti lavori di restauro a seguito dei quali, della chiesa
originale, rimane solo il bellissimo campanile romanico. Il secondo è
il quartiere della Cité che si trova sul sito dell'antica città romana
di Vésone, dove sono da scoprire molti reperti gallo-romani, come i
resti dell'anfiteatro, la torre del tempio e il museo Vésunna costruito
a protezione delle rovine di una domus romana.
Il giorno seguente mi sposto nel Périgord Verde. Mi fermo a visitare il
castello di Bourdeilles, che è in realtà un complesso costituito da due
castelli: uno medievale, l'altro rinascimentale; l'architettura del
castello del XIII secolo è chiaramente militare, con caditoie e
feritoie lungo tutto il perimetro, ed è sormontato da un torrione
ottagonale alto 35 metri; il palazzo rinascimentale, costruito alla
fine del XVI secolo, è una lussuosa dimora che utilizza i principi
architettonici dei palazzi italiani. L'edificio è luminoso e
riccamente decorato.
Nel pomeriggio arrivo a Brantôme. In questa località fu fondata una
abazia nell'ottavo secolo. Originariamente parte dell'abbazia
benedettina fu costruita nella falesia, nella quale erano state scavate
delle grotte che servivano da alloggio, una colombaia e persino un
allevamento ittico per avannotti di salmone. Una delle grotte ospita
una sorgente che si dice miracolosa; la più grande delle grotte
contiene due bassorilievi monumentali, il Giudizio Universale e la
Crocifissione. Nel corso dei secoli l'abbazia è stata rimaneggiata e
ricostruita più volte e gli edifici conventuali sono oggi occupati dagli uffici comunali.
Verso sera raggiungo il castello di Puyguilhem. Passo la notte nel
parcheggio del castello che si trova nel bosco. La mattinata seguente è
dedicata alla visita del castello. Il castello di Puyguilhem fu
edificato all'inizio del XVI secolo nel luogo in cui esisteva un
castello medievale. L'edificio presenta ancora alcuni elementi
architettonici gotici, come ad esempio le caditoie, che qui hanno uno
scopo puramente decorativo, le finestre a crociera e lo scalone a
chiocciola. L'interno, viceversa, corrispondeva alle nascenti esigenze
delle lussuose dimore rinascimentali.
Le vacanze stanno finendo. La strada verso casa mi riporta nel
Périgord Bianco, precisamente a Hautefort. Il castello di Hautefort si
trova su uno sperone roccioso che domina il villaggio. Fu edificato nel
XVII secolo in stile barocco (che i francesi chiamano classico). Il
castello fu distrutto da un incendio nella seconda metà del XX secolo.
Rimasero solo i ruderi delle mura esterne profondamente carbonizzati.
Le facciate e le strutture vennero ricostruite e i lavori di restauro
hanno restituito al castello il suo aspetto spettacolare. Molto belli i
giardini alla francese che occupano le terrazze tutt'intorno al
castello. I marchesi di Hautefort, nel XVII secolo, fondarono nel paese
un ospedale per i poveri. Fu costruito nello stesso stile del castello,
con una grande cupola al centro e pianta a croce greca. L'Hôtel-Dieu di
Hautefort è stato recentemente ristrutturato ed ospita un
interessantissimo museo della storia della medicina dal XVII secolo ai
nostri giorni.
Alcune fotografie
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